Skip to main content

Doveva essere il grande traguardo da raggiungere per il Governo Draghi ma in realtà l’accordo sul tetto al prezzo del gas rimane ad oggi ancora un miraggio. Già da diversi mesi in Europa è nata una “cordata” guidata dalla Germania del socialdemocratico Scholz che, da sempre contrario e solo dopo lunghe trattative, ha aperto soltanto a limitazioni dei “rialzi eccessivi al prezzo del gas”. Un piccolissimo passo che dovrà portare a fermare la speculazione, pagata come sempre da cittadini e imprese.

Non sembra andare però in questo senso il report annuale dell’Agenzia Europea dell’Ambiente: “L’AEA”, spiega Carlo Fidanza, “prova a dettare la linea sull’energia e con l’alibi dell’ecologia tenta di alzare ulteriormente le bollette contro gas naturale e non rinnovabili: costi del gas più alti abbattono i consumi e quindi, secondo loro, riducono l’inquinamento. È la solita retorica green”, continua Fidanza, “che però non fa i conti con la tenuta delle filiere produttive, duramente messe alla prova da una transizione ecologica forzata che finirà per portarci dritti nelle mani della Cina”.

Già, perché come più volte ricordato anche durante i dibattiti al Parlamento Europeo dallo stesso Fidanza, è la Cina che possiede gran parte delle materie prime necessarie ad affrontare la transizione. Da una dipendenza, quella dal gas russo, si rischia di passare così ad un’altra.

Ora il dibattito sulle misure Ue in campo energetico verrà ripreso nelle prossime sedute del Consiglio, con l’obiettivo di arrivare ad un accordo definitivo in tempi brevi, per consolidare la frenata dei prezzi del gas evitando la ripresa della speculazione e nuove impennate delle bollette.

Leave a Reply