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Durante la seduta plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo, tra i tanti temi toccati c’era anche quello della libertà religiosa. Una questione su cui è da sempre sensibile Carlo Fidanza, co-presidente dell’Intergruppo al Parlamento Europeo per la Libertà religiosa e di credo e per la tolleranza religiosa (http://www.religiousfreedom.eu/).

Spesso, però, le istituzioni europee concedono al tema soltanto pochi minuti e, per usare un eufemismo, poco interesse. Si è concentrato quindi su questo l’intervento di Fidanza lo scorso 4 ottobre, che ha denunciato l’immobilismo dell’UE sulla tutela delle minoranze religiose, specialmente cristiane, perseguitate nel mondo. “Pensate”, ha spiegato in seguito, “che la Commissione non riesce nemmeno a nominare un inviato speciale, ruolo che esisteva fino a poco tempo fa”.

Siamo inermi quando questa libertà fondamentale viene attaccata nella nostra Europa”, ha tuonato nel suo intervento Fidanza, “perché il politicamente corretto impedisce di riconoscere che il radicalismo è figlio di politiche migratorie e di integrazione sbagliate”. Ancora più inermi siamo, per parafrasare l’intervento che è disponibile qui sotto, quando questo diritto è violato nei regimi islamisti che troppo spesso fingiamo di non vedere. Ma “difendere la libertà religiosa”, conclude, “è un dovere dell’Unione Europea”.

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