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Una campagna elettorale condotta da una certa parte politica solo gettando fango e odio contro il centrodestra, evidentemente, non è bastata a sfamare gli appetiti di chi ha bisogno di puntare sempre il dito contro un nemico immaginario, forse per meglio distrarre gli italiani dalle proprie responsabilità. Il voto del 25 settembre è stato, e così dovrebbe essere per tutti, una festa della democrazia: finalmente, i cittadini hanno avuto la possibilità di esprimere il proprio giudizio sulle forze politiche e decretare vincitori e vinti.

I vinti, però, non sempre hanno dimostrato di accettare il risultato. Ad aprire le danze è stato l’immancabile Enrico Letta, leader (uscente) del PD che, commentando la sconfitta della sinistra, ha parlato di “giorno triste per l’Italia”. Da lì, a ruota libera: colleghi di partito, giornalisti, cantanti, attori, influencer. Tutto l’armamentario che era stato sfoderato durante la campagna elettorale è riemerso per spaventare (ancora una volta, e di nuovo invano) gli italiani.

È ormai un ritornello a cui siamo abituati”, commenta Carlo Fidanza. “Per la sinistra, l’unica democrazia possibile è quella in cui vincono loro. Altrimenti, è colpa degli elettori che votano male o – alla meglio – del sistema elettorale. Almeno su questo secondo punto avrebbero anche ragione, se non fosse però che questo sistema lo hanno pensato, votato e introdotto proprio loro. Una democrazia matura”, continua, “si dimostra tale se è in grado di accettare ogni risultato che esca dalle urne: il popolo, come ci ricorda la nostra Costituzione, è sovrano e ha il diritto di essere rappresentato. Non esistono, come vorrebbero farci credere, cittadini di serie A e cittadini di serie B perché, semplicemente, non ci sono idee di serie A e idee di serie B. Ma il vento è cambiato: come ha detto Giorgia Meloni”, conclude Fidanza, “ora tutti gli italiani possono tornare a rialzare la testa”.

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